giovedì 8 ottobre 2009

Toño ti ricordiamo così

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IL SOLE SPLENDA CALDO E MITE PER TE,
NELLA NOTTE PIU' NERA BRILLI QUALCHE STELLA.
LA MATTINA PIU' TETRA TI OFFRA UN PO' DI LUCE.
E QUANDO SCENDERA LA SERA, DIO TI TENDA LA MANO.

domenica 1 febbraio 2009

Le origini





Raccontano gli Indios che il dio Sole era dispiaciuto perché gli uomini, a cui aveva dato il suo miglior tesoro, la Terra, non usavano i vasti territori fertili e i lunghi fiumi pieni di acqua limpida. Così decise di inviare sulla Terra il suo unico figlio Manco Capac e sua sorella Mama Ocllo.

Il dio Sole ordinò ai figli di andare sulla Terra. Al momento della partenza consegnò loro il bastone d’oro, disse di cercare il luogo dove sarebbe penetrato nel suolo e lì di fondare il grande Impero degli Incas. All’arrivo, Manco Capac iniziò il suo lungo viaggio insieme alla sorella e in ogni luogo dotato di rara bellezza provava a introdurre il bastone nel suolo, ma non penetrava mai. Così camminarono per giorni e giorni nelle estese pianure, sulle alte montagne, attraverso lunghe savane e grandi foreste, finché al quattordicesimo giorno, stanchi di provare e riprovare, arrivarono ad una alta e splendida verdeggiante montagna delle Ande. In questo meraviglioso posto, dove sembrava di poter toccare il cielo con le dita, finalmente il bastone si introdusse con facilità nella terra. La montagna prese il nome di Macchu-Picchu (che vuol dire terra promessa).

Al vedere questo evento tutti gli abitanti di quel territorio esultarono e ai figli del Sole che aspettavano da secoli resero grandi onori. Manco Capac insegnò a coltivare la terra, ad allevare gli animali e diede delle leggi al suo popolo. Mama Ocllo insegnò alle donne a cucinare , a cucire e le istruì in tutte le faccende domestiche.

Da quel giorno quella zona fu chiamata Cozco che divenne capitale dell’ Impero Incas fino all’ arrivo degli Spagnoli nel 1535.

La società Inca







La società inca, nella fase imperiale, era suddivisa in classi sociali distinte e determinate. All'apice della costruzione piramidale risiedeva l'Inca supremo, garante del legame con le forze celesti che presiedevano alla continuità dell'impero. Seguivano i sacerdoti che erano visti come gli interpreti del volere delle divinità. Gli altri componenti della classe dominante, genericamente appellati "Inca", i nobili o i signori, erano proposti alla conduzione delle strutture imperiali. I "curaca", i capi delle etnie conquistate, mantenuti nel loro potere, erano i responsabili del potere esecutivo nelle singole provincie. Il popolo, infine, in cui si raggruppava la massa complessiva dei sudditi, forniva la necessaria manodopera per la sopravvivenza dell'intero sistema. In epoca tarda si manifestò la nascita di una classe ulteriore: quella degli yanacona, i servi particolari dei signori, a metà strada tra la condizione di servitù e quella di inservienti, anche di alto livello.

mercoledì 28 gennaio 2009

L'inquisizione e la distruzione delle culture indigene







La storiografia tradizionale afferma che l'Inquisizione sarebbe stata (almeno culturalmente) corresponsabile nella distruzione delle culture amerinde e nel loro genocidio. Gli spagnoli, dipinti da essa come oscurantisti, non avrebbero considerato gli elementari diritti umani delle popolazioni conquistate. L'archetipodell'indio, così come pervenutoci da Bartolomeo de Las Casas, era quello di una persona mite e pacifica, vittima dei colonizzatori europei.





La denuncia di Bartolomeo de Las Casas contro le atrocità dei colonizzatori.




La sete dell’oro degli spagnoli e l’asservimento degli indios determinò rivolte, massacri e crudeltà indescrivibili, che il frate domenicano spagnolo Bartolomeo de Las Casas, in seguito vescovo, denunciò apertamente e coraggiosamente nel suo paese, attirandosi l’odio, il rancore e le repliche ideologiche di molti suoi compaesani. La figura del religioso spagnolo ha suscitato in seguito vaste polemiche, essendo stato egli responsabile, al fine della salvaguardia degli indios, del progetto di importare in America schiavi neri dall’Africa per alimentare l’economia spagnola. Nelle seguenti pagine appare tutto il campionario di quella prima oppressione coloniale: la guerra, la tortura, la spartizione degli abitanti, il lavoro servile, la grande mortalità.

domenica 25 gennaio 2009

L'infamia del colonialismo Spagnolo e l'arroganza della chiesa







Il colonialismo, cioè l'accaparramento da parte delle potenze europee di territori oltremare per lo sfruttamento delle risorse naturali e umane, si attua specialmente fra il 1870 e il 1914.
È iniziato con la scoperta del Nuovo Continente, che ha segnato la fine delle civiltà precolombiane e la ricomparsa della schiavitù.
Pablo Neruda racconta la storia della conquista dell’America dal punto di vista degli oppressi.
Le imprese degli europei conquistatori del Nuovo Mondo vengono svelate: sete di ricchezza, gloria omicida e genocidi, in nome di "valori umani" da imporre a esseri primitivi, non ancora uomini.
Gli Spagnoli con le armi da fuoco e la potenza del loro Dio giustificatore compirono una tragedia storica che pesa ancora sulla coscienza degli uomini civili
Il poeta presenta il dramma di Atahualpa, imperatore di un grande popolo, che non riesce a capire le intenzioni degli "ospiti dell'altro pianeta".
Gli Inca rimangono sorpresi dallo strano aspetto degli Spagnoli, barbuti e sudati, a cavallo di un animale sconosciuto.
Agli occhi degli indigeni sono esseri straordinari, perciò vengono ricevuti come ospiti.
Subito il fanatico cappellano cerca di imporre la sua religione, porgendo ad Atahualpa la Bibbia.
Agli occhi dell'Inca essa appare un oggetto vuoto e inutile, così la lascia cadere.
Il gesto per il cappellano Valverde è sacrilego, perciò invita i compagni ad uccidere in nome della croce, che diventa "assassina", anziché messaggera di pace e di vita.
Gli Spagnoli prendono prigioniero Atahualpa; gli Inca per liberarlo devono riempire d’oro tre stanze fino alla linea rossa tracciata con il sangue del loro re.
Ogni persona, anche il contadino più povero, si impegna per soddisfare la sete d'oro degli europei.
I rozzi conquistadores, guidati da Pizarro - guardiano di porci, si spartiscono il bottino avidamente, sghignazzando come briganti. Atahualpa, rinchiuso in una prigione, sa che sarà ucciso e si comporta con dignità e compostezza.
La fine è tragica e beffarda: l'Inca deve morire da cristiano, battezzato con un nome cristiano, Juan, per salvare l'anima.
Da questo momento i conquistatori imporranno con la forza le proprie leggi e la propria civiltà, depredando e calpestando la dignità umana.

martedì 9 dicembre 2008

Lingua e Cultura Quechua

Gracias Moises Jara

Questo blog è stato creato per ringraziare il Sig. Moises Jara, una persona per mè molto speciale, in quanto mi ha dato la possibilità di conoscere la lingua e la cultura Quechua, che purtroppo è stata soppressa dal barbaro medioevale colonialismo Spagnolo, imponendo la propria lingua e cercando invano di cancellare una cultura millenaria.

Sacralità del popolo Inca

Nell’attuale momento storico dove le differenze religiose-culturali, provocano violenza, quasi sempre generata da pregiudizi ineducati alla diversità, è un dovere per ogni persona che tende alla libertà intellettuale, aprirsi alla comprensione delle diverse culture e alla loro sacralità. Un esempio per cominciare ad esercitare questa nuova attitudine mentale, è dato dall’esplorazione dell’idea di sacro nella remota cultura Inca.